Mogol torna in tour con Gianmarco Carroccia, un sosia di Lucio Battisti: le parole dell’autore in un’intervista al Corriere della Sera.
C’è ancora tanta musica nel mondo e nella vita di Mogol. Lo storico autore ha parlato in un’intervista al Corriere della Sera dei suoi prossimi grandi eventi. Il presidente della Siae sta infatti dal 2019 portando in giro per l’Italia lo spettacolo Emozioni insieme al musicista Gianmarco Carroccia. Un modo molto speciale per valorizzare e far conoscere l’opera straordinaria della ditta Mogol-Battisti che, negli anni Settanta, ha fatto la storia della nostra musica. Nell’occasione ha potuto parlare anche delle nuove generazioni, con commenti sferzanti sul rap e anche sui Maneskin.
Mogol con Gianmacrco Carroccia, il sosia di Lucio Battisti
Un evento, venti canzoni dal vivo, un’unica grande carriera. Questo e molto più è Emozioni, spettacolo che andrò in scena il 10 giugno nella Cavea dell’Auditorium Parco della Muscia di Roma e il 31 luglio al Teatro Antico di Taormina. Per presentare questo grande spettacolo, l’84enne Giulio Rapetti ha raccontato alcune curiosità, soprattutto su Gianmarco.
“Lui è un ex allievo del Cet“, spiega il più celebre autore italiano: “Mi invitò a un suo live, non avevo idea di chi fosse, dalla scuola che ho fondato e dirigo sono passati più di tremila allievi. Non li conosco tutti. Quando lo incontrari mi ritrovai davanti l’immagine di Lucio Battisti. Un sosia. E canta con la stessa sensibilità“. Proprio questo lo ha convinto a creare con lui uno spettacolo in grado di far rivivere le emozioni che solo Battisti con la sua musica riusciva a regalare.
Di seguito un video di Carroccia:
Mogol, il rap e i Maneskin
Il presidente della Siae è un uomo legato alla musica d’un tempo, ma che non può fare a meno di ascoltare anche le nuove generazioni. E tra gli artisti più in voga, non tutti riescono a conquistarlo. Spiega Rapetti: “Oggi gira tanto rap, dove c’è del buono e del cattivo, ma è privo di melodie. Uno che fa, canta le parole?“. Se il rap ha un problema di fondo molto importante, il rock è sempre stato bistrattato in Italia. I Maneskin stanno però portando anche il nostro paese a parlarne con più continuità Sulla band romana, Giulio ha ancora le idee poco chiare: “Sono simpatici, indossano vestiti particolari. Li conosco poco. Mi riprometto di ascoltarli con attenzione. Io non dico bugie“.